Cucina romana dallo Scopettaro

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Pare che prima di essere una trattoria questo posto al Testaccio fosse una bottega dove si confezionavano le scope di saggina. Va a sapere se è vero. Però può essere bello credere che la trattoria sia nata perché la gente che passava da quelle parti domandava di poter mangiare un po’ di quella pasta e fagioli dal profumo irresistibile che cucinava la moglie dello scopettaro. Sta di fatto che la trattoria Lo Scopettaro lì, in Lungotevere Testaccio, c’è dal 1912, e che la gente di Roma la ritiene un buon approdo per chi cerchi la cucina della tradizione capitolina.
Ci sono tre sale, una al piano terra, le altre nell’interrato. Meglio a mio avviso le sale di sotto, perché di sopra si respira il mix di afrori che viene dalla cucina.
Ci ho provato i rigatoni con la pajata e i tonnarelli cacio e pepe, entrambi correttamente eseguiti. Da applausi la coratella. Buone le classicissime puntarelle in salsa di alici. Insomma, cucina di Roma. Ho chiuso con delle ciambelline al vino, ghiotte al punto giusto.
Servizio veloce e cortese. Prezzi popolari. Carta dei vini migliorabile, ma qualcosa di buono da bere lo si trova.
Lo Scopettaro – Lungotevere Testaccio, 7 – Roma – tel. 06 5757912

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