Essere pieno d’ardore

Trattoria da Burde

Ormai da qualche tempo anche l’orgasmo è entrato in cucina. No, non mi riferisco all’apice dell’attività sessuale svolta su qualche pezzo di mobilio ma alla parola usata come descrittore di prelibatezze culinarie. Per me, invece, orgasmo mantiene ancora la valenza originale, etimologica direi, di “essere pieno d’ardore, di voglia ardente”, come si legge sul vocabolario Treccani.it.
Ho fatto l’amore con una zuppa inglese e, senza nulla togliere all’eccellente preparazione della Trattoria Da Burde, a Firenze, i fattori che hanno scatenato il mio ardore sono stati tanti e non tutti legati al dolce. C’era l’eccitazione che ho maturato lungo il tragitto Veneto-Toscana, l’euforia per un progetto che sta per decollare, l’incontro con un amico al quale voglio un mondo di bene, un pranzo meraviglioso a partire dai crostini con fegatini, passando per le zuppe tipiche e il peposo, la sorpresa di trovare un dolce che non mangiavo da troppi anni, il richiamo dell’alchermes che da bambina credevo magico, poiché rosa, la condivisione di un pranzo con il suddetto amico, uomo di grande spessore, fascino e sensibilità. Sono stati elementi sufficienti per dimenticare di essere in pubblico e mugolare di piacere in stile Meg Ryan nel film “Harry Ti Presento Sally”. L’ardore è stato palese e reale, alla faccia del descrittore.
Trattoria Da Burde –  Via Pistoiese, 154 (6r) – Firenze – tel. 055 317206