Il bacio che risveglia

storia del bacio

Alla fine mi sono regalata un libro sul bacio. L’ha scritto Kristoffer Nyrop, un linguista danese nel 1897 e s’intitola: Storia del bacio. Devo ancora leggerlo tutto, ho soltanto spulciato qualche pagina qua e là, spinta dalla curiosità. È questione, questa del bacio, che m’intriga.
È noto quanto gli amanti siano liberali in fatto di baci, che vengono dati e ricevuti all’infinito e che sembra conservino la stessa inebriante freschezza del primo incontro. In amore, si sa, tutto è ripetizione, eppure l’amore è un perpetuo rinnovarsi”. Si legge a pagina 27 di 111.
Può darsi che in una vita precedente sia stata la bella addormentata nel bosco, perché nella mia vita è arrivato sempre un bacio, a risvegliarmi.
Il primo bacio non si scorda mai, soprattutto se lo scoprono i tuoi e ti mandano in chiesa a confessarti. Ma ora… che bello avere la mia età e la libertà, lasciarsi andare fra le braccia giuste, chiudere gli occhi, baciare e non avere soste.
Tutto dovrebbe cominciare con un bacio, di quelli che ti colgono a sorpresa, che ti fanno palpitare, emozionare, rabbrividire, sospirare e poi ti mettono a tacere, ché di parole, a un certo punto, non ne servono più.