Il Gualandus, per gli scettici del naturale

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Un bottiglia particolare che vi voglio raccontare, il Gualandus 2008. Innanzitutto le uve sono sangiovese e cloni storici di varietà toscane come il sangiovese abrusco. I grappoli vengono vendemmiati in bigonce, una parte viene diraspata e una parte viene pressata con i piedi. Il tutto finisce in botti grandi di rovere per la fermentazione sulle bucce che dura due mesi, e successivamente passa in barriques vecchie per circa dieci mesi. Una dose omoepatica di solfiti è aggiunta solo all’imbottigliamento.
Lo consiglio agli scettici. Intendo quelli che dicono che i vini “naturali” hanno difetti.
Certo non possiamo ignorare una piccola dose di acidità volatile, ma ci sta e anzi aiuta l’espressione olfattiva. Che parte da cuoio e spezie per arrivare a castagne, frutta secca e spezie dolci.
Inizio morbido che conduce a una bella profondità del palato. Pepe verde, ferro e tannini vivaci che però non seccano e non tirano verso l’amaro. Coi minuti si fa sempre più delicato. Molto naturale e con un frutto dolce.
Sangiovese di Toscana Gualandus 2008 Gualandi
2 faccini e mezzo 🙂 🙂

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