Il mondo è cambiato, anche per il vino

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Sono tra quelli che hanno sempre sostenuto che la crisi che stiamo vivendo da ormai un bel po’ di anni sia strutturale. Le cose sono cambiate, come prima non si può tornare. Ci si deve adattare al cambiamento, o scomparire. Ovvio che riguarda anche il vino, e i segnali sono rilevanti.
Un segnale molto forte è arrivato dal numero di fine anno di Wine Spectator, la rivista che più di tutte influenza il mercato internazionale del vino. È il numero più importante dell’anno, quello della Top 100, quello che illustra la graduatoria dei cento vini più significativi fra quelli recensiti dal magazine statutintense, roba che se ci sei dentro svuoti tuttora la cantina. Però stavolta c’è una novità.
La novità è che in copertina compare sì, grandissima, l’icona dei Top 100, ma in alto c’è un triangolo che annuncia: “Plus 100 Top Values”. Insomma, c’è un di più stavolta, ed è l’elenco di cento vini dal buon rapporto fra qualità e prezzo.”These will be more accessible than the Top 100 bottlings, while delivering excellent quality for the price”, dicono nell’editoriale Marvin R. Shanken e Thomas Matthews, i sommi capi di Wine Spectator. Dunque, cento buoni vini che costano meno di quelli della Top 100 e che comunque sfoggiano una grande qualità in relazione al loro prezzo.
Il prezzo comincia ad essere veramente importante, ed anche Wine Spectator deve prendere atto che la gente ha meno soldi da spendere per i “fine wine”.
La crisi, signori miei, è strutturale. Stiamo vivendo in un mondo diverso rispetto a quello di ieri. Rendiamocene conto, una volta per tutte.


2 comments

  1. Giuliano

    A proposito di mondo del vino che cambia, come viticoltore speravo di trovare nel Suo blog un commento alla presentazione di 10 nuovi vitigni sviluppati dall’Università di Udine e dall’Istituto di genomica applicata di Udine. Posso sperare a breve? Grazie.

  2. #angeloperetti

    #angeloperetti

    Salve Giuliano. Sono solito commentare fatti sui quali ho cognizione di causa, o quanto meno su cui mi sono fatto un’opinione consolidata. In questo caso, devo approfondire. Si tratta di un mio limite? Possibile. Però non mi piace scrivere “a naso” o in base a posizioni ideologiche. Magari ne parlerò più avanti. Probabile.

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