Il vino è il futuro del caffè

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Nel futuro del caffè c’è il vino. Avete presente Starbucks, la catena di caffetterie americane dove vi servono il caffè nei bicchieroni di carta? Ecco, Starbucks ha deciso di aprire sempre di più al vino. Perché un’indagine di mercato ha dimostrato che almeno il 70 per cento dei suoi clienti in America beve anche vino, il che è clamoroso: si tratta di una percentuale ben più alta della media.
L’ho letto su Wine Spectator. Vi si spiega che il vino sarà il protagonista del programma Evenings, testato dapprima, dal 2010, in un punto vendita di Seattle, e poi esteso a 75 dei 12 mila punti vendita Starbucks disseminati negli Stati Uniti. L’obiettivo è quello di estendere la vendita di vino a ben 2 mila negozi in quattro anni. Il piano della società è quello di arrivare ad avere nel 2019 un fatturato derivante dalle vendite di vino pari a un miliardo di dollari. Avete letto bene: un miliardo di dollari. Il che significa milioni e milioni di bottiglie vendute.
Poi magari c’è ancora qualcuno che si domanda come facciano gli Stati Uniti ad essere il più importante mercato mondiale del vino.


1 comment

  1. Francesco Donati

    C’è qualcosa di ancor più straordinario… il vino e il caffè sono infatti già intrecciati, grazie all’inventiva e al genio italiano, tramite una componente del vino stesso: le vinacce! Solo in Italia poteva nascere qualcuno che inventasse (e brevettasse) il caffè con le vinacce! Questo caffè unico al mondo, frutto dell’inventiva del giovane imprenditore Francesco Donati, viene prodotto da Liolà caffè, una start-up trevigiana http://www.liolacaffe.com

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