Le Grand Tasting, Rodano e Provenza

gt1_240

La valle del Rodano e la Provenza sono i territori francesi del vino su cui mi soffermo oggi nell’illustrare quanto ho potuto assaggiare a Le Grand tasting, l’evento di fine anno organizzato a Parigi da Michel Bettane e Thierry Desseauve presso le sale del Carrousel du Louvre. L’elenco è per aziende. Le valutazioni, come nelle precedenti puntate di questa carrellata sulle etichette della degustazione parigina, sono in ventesimi.
Vallée du Rhône
Château d’Or et de Gueules
Costières de Nîmes La Charlotte rouge 2013. Syrah su suolo di sassi maturata in acciaio. Grande naso di cassis, violetta, pepe e olive. Sorprende la delicatezza del palato, il vino è lungo, pulito e profondo. 17/20
Costières de Nîmes La Noblesse 2012. Colore più cupo tendente al nero. Fiori e olive nere, piante spinose mediterranee, cassis. Evidente la ricerca di potenza, anche se a scapito della beva. 16/20
Château Mourgues du Grès
Costières de Nîmes rouge Equinoxe 2011. Grenache, carignan, syrah. Concentrato ed austero, uno stile esuberante ma con grazia e dal potenziale innegabile. 17,5/20
Costières de Nîmes rouge Terres d’Argences 2011. Terra, more e olive. Poi liquirizia e agrumi, manca però al palato la necessaria finezza perché si è cercata la materia. 16,5/20
Ferraton Pére et Fils
Ermitage rouge le Meal 2011. Profondo, minerale e ancora un po’ boisé, si traduce in sentori medicinali. La classe si percepisce al palato, fumé e potente con personalità e precisione. 17/20
Ermitage rouge Les Dionnières 2011. Carne affumicata, spezie e frutta nera. Potente e minerale, tira fuori una nota vulcanica e di violetta che apporta profondità. Una grande bestia. 17,5/20
Crozes-Hermitage Les Pichères 2012. Fresco e carnoso, fiori e mineralità in una bocca fresca che procura tanto piacere. 16/20
Brotte
Châteauneuf-du-Pape rouge Domaine Barville 2012. Caldo e alcolico, gradevole senza grande lunghezza. 15,5/20
Marcel Richaud
Côtes du Rhône-Villages Cairanne 2013. Bel base che fa parlare il terroir, vinoso ed aperto, solo un leggero amertume in finale. La volatile aiuta a tirar fuori gli aromi. 15,5/20
Côtes du Rhône-Villages L’Ebrescade 2012. Profilo mediterraneo, odori di erbe aromatiche e olive. Ancora all’inizio della sua carriera, sarà buono tra 5-6 anni. 16,5/20
Chapoutier
Ermitage blanc de l’Orée 2008. 100% roussanne. Bocca perfettamente disegnata, delicato al naso e più caldo al palato senza però essere pesante. Finale di cera d’api di grande potenza. 18,5/20
Ermitage Sizeranne 2011. Profondo e minerale, si caratterizza per dei tannini finissimi e una mineralità pulsante. 18,5/20
Côte-Rotie Les Bécasses 2011. Classica nota di pepe bianco, frutta scura e ferro. Tutto giocato sulla freschezza e la rinoscibilità del terroir. 17,5/20
Château de Beaucastel
Châteauneuf du Pape rouge 2012. Abbastanza tecnico. Una nota vegetale e aromi alcolici e speziati che ricordano la syrah. L’insieme in verità funziona, il palato ha il suo equilibrio ma da un vino così celebrato mi attenderei di più. 16/20
Provence
Domaine de la Bégude
Bandol rouge 2012. Molto tipico nelle note di macchia mediterranea, pelle, cuoio, finale lungo e intrigante. 17/20
Bandol rouge La Brulade 2011. Più impegnativo e tannico, sembra attrezzato per bonificarsi negli anni. 16,5/20
Bandol Rosé By Bégude 2013. Molto elegante e caratteristico, grande beva.  16,5/20
Vin de France rosé L’Irréductible 2011. Pieno, muscolare, potente, ha la stoffa del grande vino e saprà deliziare chi lo dimenticherà in cantina almeno 5-6 anni. 18/20
Commanderie de Peyrassol
Côtes de Provence 2011. Non nasconde il carattere sudista, odora di acciuga e pomodoro, spezie e chiodo di garofano. Generoso, ben bilanciato con una acidità che lo rende facile da bere. 16,5/20
Château de Pibarnon
Bandol Rosé 2013. Potente, morbido e alcolico, non è uno di quei rosé beverini. 15/20
Bandol Rouge 2010. Al naso è fumé e animale, come si vuole dalla mourvèdre. Sferico e potente è ancora tannico e alcolico. Ci vuole pazienza. 16/20
Bandol Rouge 2011. Floreale e mediterraneo, erbe spinose e officinali. Al palato è ancora alcolico e  asciugante. 15,5/20
Bandol Rouge 2001. Si capisce dove può arrivare un Bandol con un minimo di età. Cuoio bagnato, inchiostro, tabacco. Un vino caldo e rilassato, marbido e largo anche se non dei più lunghi. 16,5/20

In questo articolo