Ma i vip fanno anche vini geniali

starck_240

Mi veniva un po’ da sorridere in questi giorni mentre leggevo le discussioni e le polemiche e le invettive e insomma tutto quel che s’è scritto a proposito dei vini di Al Bano, che fa il cantante, e di Bruno Vespa, che fa l’anchorman televisivo. Perché i vini del primo erano venduti a prezzi bassini in una catena di supermercati e un vino del secondo è stato premiato da una guida che in passato fece furori. Insomma, i vini dei vip, dei personaggi che alla vigna non appartengono, fanno discutere eccome.
Mi veniva un po’ da sorridere mica perché non condividessi certe cose che si dicevano, ma perché pressoché in contemporanea bevevo un vino firmato da un vip, un vip di quelli che sono proprio vip a livello mondiale, e mi piaceva un sacco quel vino, e anzi lo ritenevo e lo ritengo (e per fortuna ne ho ancora due bottiglie in cantina) uno dei più grandi vini che mi sia capitato di bere negli ultimi anni, e forse perfino da sempre.
Il vino in questione è uno Champagne e il vip che lo firma è Philippe Starck.
Ora, non venitemi a dire che Starck non è un vip. Tanto non ci crederei a una negazione del genere. Su una delle sue sedie in policarbonato trasparente ci siamo seduti tutti, e con le sue lampade abbiamo avuto tutti a che fare, così come con tanti, tanti altri clamorosi suoi oggetti di design. Ecco, è un genio, un genio del design. Un genio planetario, sissignori. E ha firmato uno Champagne, con Roederer.
Lo ha firmato perché ha disegnato la scatola e l’etichetta, ma anche perché ha operato attivamente nell’ideazione e nella realizzazione del vino. Insomma, è un vino anche suo per davvero. Ed è buonissimo. Ed è uno Champagne di quelli che ti spelli le mani nell’applauso dopo che l’hai avuto nel bicchiere. Un vino geniale, appunto.
È lo Champagne Brut Nature 2006 di Louis Roederer e Philippe Starck. Due terzi di pinot noir, un terzo di chardonnay. Niente malolattica, niente dosaggio.
Ha una sapidità strepitosa e un carattere avvincente e una bolla finissima. Sollecita il gusto e il pensiero. Avvince.
Non fatemi dire di frutti o di spezie o cose del genere. Un vino così non può avere descrizioni parziali. Un vino così va goduto. Fino all’ultima goccia.

In questo articolo

2 comments

  1. Fabio

    Mi manca qualche pezzo della storia ma ecco, rifletterei semplicemente sulla “presentazione”. Voglio dire, non è che siccome ha fatto un vino eccezionale – soprattutto in un contesto dove la qualtià è di casa – ora Starck vada in giro a presentarsi come vignaiolo giusto?
    Be’ ecco, forse questo potrebbe essere un fattore discriminante tra le storie (oltre a tanti altri ovviamente…

  2. Fabio

    E magari se rileggessi i commenti prima di pubblicarli eviterei qualche errore… 🙂

Non è possibile commentare