Stavolta è vero, l’Italia batte la Francia

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Ho trovato irritante e fuori luogo lo strombazzare che s’è fatto (e si continua a fare) perché nell’ultima vendemmia l’Italia avrebbe “battuto” la Francia in termini di produzione di vino. In quantità, intendo. Mica in valore, ché lì siamo indietro. L’ho detto e lo ripeto: enfatizzare notizie del genere è pericoloso, perché da un lato si rende l’idea di un’Italia votata alla produzione massiva, e dall’altro si scopre il fianco alla speculazione, dato che se fai tanto – e magari troppo – vino, i compratori possono pretendere uno sconto per rilevartelo.
Però stavolta lo dico anch’io: l’Italia del vino ha battuto la Francia, vivaddìo. Sui social. Su Facebook.
Il fatto è che ieri sera ho visto la pagina Facebook della Federazione italiana dei vignaioli indipendenti, e poi anche quella della potentissima consorella francese dei Vignerons indépendants de France e – udite udite! – la pagina italiana contava 10.854 “mi piace”, mentre quella francese aveva “solo” 10.724 like. Insomma, un sorpasso, ancora più eclatante se si pensa che c’è una sproporzione assoluta in termini di aziende: i soci della Fivi sono intorno agli ottocento, mentre i vigneron della federazione francese sono circa settemila, aderenti a trentadue federazioni dipartimentali e dieci federazioni regionali.
Vuol forse dire che i piccoli produttori italiani di vino sanno essere più attivi su internet e sui social rispetto ai loro colleghi transalpini? Sarebbe una bella notizia.