Un bianco montanaro affinato in damigiana

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Matteo Furlani produce vini con il supporto dell’enologo Danilo Marcucci in una zona altamente improbabile. Vigolo Vattaro. Ovvero in piena montagna, sulle alture di Trento lungo la strada che conduce al vicentino attraverso il Passo della Frica.
L’etichetta recita: “Da uve bianche di varietà locali vendemmiate alla fine di ottobre. Fermentazione spontanea e lieviti indigeni. Nessuna filtrazione. Affinamento in vetro da 54 lt per quattro mesi. Zero solforosa aggiunta.”
Non è una battuta: il vino è affinato in damigiana.
Sgombriamo subito il terreno dalle critiche preventive. Il vino è perfetto, non ha odori strani, non è ossidato, non sembra aver subito macerazioni violente. È insomma del tutto comparabile a un vino più “tecnico”.
Al naso prevalgono le note di limone maturo, i fiori bianchi, un sottofondo di mandorla verde. Molto gradevole. Il carattere alpino si rivela al palato, sottile e dinamico, tutto sfumature e privo di forzature.
Un liquido calmo, rilassato, ma di carattere. Una nota acida e verdognola che vira verso il sambuco e l’anice ci riporta in montagna.
Ma allora, tutto questo acciaio a che serve?
Bianco Alpino Affinamento in Damigiana Furlani
(86/100)

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