Vinitaly, una (irrealizzabile) proposta

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Ha senso formulare una proposta quando si è pressoché certi che la proposta non verrà accolta? Io credo che abbia comunque senso, perché quanto meno si solleva una questione. Dunque, eccomi qui con una riflessione sul Vinitaly e su una (irrealizzabile) proposta per una riorganizzazione della fiera veronese del vino.
Allora, la questione sta così: riguardo al Vinitaly e ai suoi problemi si sono formati nella sostanza due partiti. Il primo vorrebbe un Vinitaly riservato ai soli operatori specializzati, come accade al ProWein in Germania. Il secondo sostiene che è importante che una fiera consenta anche l’incontro con gli utenti finali, che sono poi quelli che il vino lo bevono davvero. Del resto, la stessa fiera veronese nei suoi comunicati sottolinea da un lato l’alto afflusso di pubblico (150 mila presenze non possono evidentemente essere costituite da soli operatori specializzati) e dall’altro l’elevato numero di espositori e operatori.
Le due posizioni, tuttavia, sembrano sempre meno conciliabili.
Nel senso che, a questo punto, qualunque soluzioni si adotti, questa vedrà qualcun altro scontento. Col rischio finale di scontentare entrambe le fazioni, e addio a Vinitaly.
Una delle soluzioni proposte da vari produttori – e devo dire che la stessa soluzione l’ho ipotizzata anch’io già lo scorso anno – è quella di aprire la domenica al grande pubblico, per poi destinare ai soli operatori, rigidamente classificati, gli altri tre giorni della fiera. Può essere, ma il rischio è che la grande sagra della domenica sia ancora più ingestibile di quanto non sia la situazione attuale, e comunque il buyer estero che arrivasse già dal primo giorno resterebbe senza dubbio sconcertato. No, anche se la cosa l’ho pensata pure io, non mi pare questa la soluzione.
Dunque?
Dunque, se nei fatti già ora esistono – come dire – due Vinitaly in uno, perché non pensare di realizzare due Vinitaly in contemporanea?
Il quartiere fieristico è grande abbastanza per essere diviso in due aree distinte, con due ingressi separati. Da un lato si può realizzare il Vinitaly “evento” aperto – ancora più e ancora meglio (e anche meno farisaicamente) di oggi – al grande pubblico. Nell’altra area si può organizzare una fiera per soli – veri – operatori.
Credo che nella prima area, quella del Vinitaly-show, potrebbero trovare spazio tutti quegli espositori che già oggi non sono orientati in prevalenza verso gli operatori, e mi riferisco a consorzi di tutela, camere di commercio, regioni, province, varie espressioni della sommelierie e via discorrendo. Inoltre, lì potrebbero esservi gli stand dei marchi che mirano al contatto diretto con il pubblico, le grandi marche insomma. Ancora, potrebbe essere questa la sede per una intensa serie di momenti educativi rivolti al pubblico che si avvicina al vino. Insomma, una grande festa “popolare” del vino italiano.
Nella seconda area, con ingresso separato, potrebbero invece trovare spazio le piccole-medie aziende, con le relative realtà associative, che cercano soprattutto il contatto con gli operatori, nonché le postazioni B2B delle grosse marche.
Certo, se vi fossero due Vinitaly in uno, le grandi marche dovrebbero attrezzarsi per avere un doppio stand, sia nella parte per il pubblico, sia nella parte per gli operatori. Ma credo che questo, per loro, sia l’ultimo dei problemi: di fatto, in molti casi è esattamente quanto fanno già.
Ovvio, questo non risolve i problemi generati dal traffico cittadino, dalla piccola criminalità, dalla carenza di servizi igienici, dalle ubriacature giovanili e via discorrendo. Ma almeno si metterebbe ordine dentro al Vinitaly, permettendo finalmente a chi vuol fare business di potersi concentrare solo su quello.
Lo so, è una proposta irrealizzabile. Forse.
Sembrava irrealizzabile anche l’idea, di cui fui tra i promotori alcuni anni orsono, di spostare l’inizio del Vinitaly alla domenica.


6 comments

  1. Cristian

    E se voglio incontrare sia i buyer che i consumer?
    Doppio stand e doppio costo?
    In periodi di vacche magrissime non mi sembra una felice proposta.
    Quella della domenica x consumer e altri giorni x il business e’ la migliore.
    Problema sovraffollamento domenicale, semplice. È’ sufficiente creare 2 biglietti: uno per la domenica ( a numero contingentato x evitare la ressa) e l’altro x gli altri giorni.
    Partirei da qui per ragionare.
    Opinione personale.
    Cristian

  2. max perbellini

    A chiacchere fatte quest’anno sull’argomento del pubblico che era al Vinitaly per sbevazzare, tanti produttori avrebbero volentieri dato a chi di dovere tutto il loro vino necessario pur di non dover fare “il servizio bar”. La soluzione che proponi sarebbe l’ideale, ma come hai premesso, difficilmente realizzabile.

  3. falcon

    perchè tanto livore verso il cosidetto grande pubblico? Non sono forse loro che poi “consumano” il vino? E chi lo compra il vino? I produttori tra loro per farsi un piacere? Gli illustri giornalisti del food? I blogger incompresi?
    Vinitaly è un evento per tutti, che ci faccia o meno piacere. Lo è per i produttori già noti che “devono” essere presenti, lo è per quelli che mirano a farsi notare, lo è per Verona Fiere che qualche soldino (anche dai consumatori) gradisce prendere, lo è per la città ospitante (Verona, lo ricordo per chi pensa che Vinitaly sia una specie di Iperuranio), lo è per l’intero mondo del vino italiano.
    Dopotutto perchè chi è già noto partecipa lo stesso? Operazione di marketing. Non tutti hanno le stesse strategie e obiettivi di vendita e infatti non tutti partecipano. Ma chi è lì e ha vini noti e piuttosto mediocri è forse lì per far piacere a qualche sommelier o blogger o intercettare qualche ristorante americano? E’ lì per mantenere il rapporto con i propri clienti (giovani, soprattutto).

    Si metta il cuore in pace caro Angelo! Quando un evento movimenta i dané non mira a pochi eletti. L’unico modo per non avere questi astidi è ritirarsi nella propria Stanza…

  4. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Cristian. La tua proposta è quella cui ho smpre pensato anch’io, e credo sia anche la più realizzabile, ma non funziona per i grandi gruppi che dimostrano di gradire il pubblico generalista durante tutta la fiera, e non solo il primo giorno.

  5. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Max. Esatto.

  6. #angeloperetti

    #angeloperetti

    @Falcon. Livore verso il grande pubblico? Per favore, rileggi, perché stati dicendo esattamente quando ho detto io stavolta e in miei precedenti articoli (per esempio, pochi giorni fa qui http://www.internetgourmet.it/chi-vuole-un-vinitaly-per-soli-operatori/). Il problema è che è lo stesso Vinitaly a definirsi una fiera per soli operatori, mentre al momento non lo è, ma nemmeno è una fiera rivolta al pubblico. È una via di mezzo, che alla fine accontenta un po’ tutti e scontenta un po’ tutti. Forse è meglio semplicemente accontentare un po’ tutti, senza scontentare nessuno (o quasi), e dunque apportare i correttivi necessari a quest’obiettivo.

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