William Fèvre, grandi Chablis dal 1959

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Uno dei più importanti domaine di Chablis. Nasce nel 1959 da una prima manciata di vigne, 7 ettari, coltivati da William Fèvre. La famiglia in realtà ha festeggiato nel 2014 i suoi primi 250 anni di attività sul territorio, anche se la cantina vera e propria risale appunto alla fine degli anni ’50.
Monsieur Fèvre intuì il potenziale di Chablis in un momento molto difficile per la viticoltura locale. Dopo la distruzione del vigneto causata dalla fillossera, si è infatti passati da 7000 ettari in produzione a solo 400 alla fine della seconda guerra mondiale.
Grazie alle intuizioni del fondatore l’azienda ha potuto acquistare vigneti nei cru più prestigiosi prima che i prezzi fondiari andassero alle stelle. Oggi il patrimonio in vigne raggiunge i 78 ettari, di cui 16 in grand cru e 15 in premier cru. Interessante l’età delle piante, compresa spesso tra i 40 e i 60 anni.
Nel 1998 la svolta. La società viene venduta alla famiglia Henriot, proprietaria della omonima casa nello Champagne e successivamente anche della storica maison Bouchard Père et Fils in Borgogna.
Con l’arrivo del direttore Didier Seguier i vini hanno acquisito purezza e longevità. Tutto il vigneto è stato convertito al biologico, pur senza alcuna certificazione. Sono in corso prove di utilizzo di preparati biodinamici cominciando dai grand cru e dai premier cru.
Dopo dieci anni di prove è stato deciso di utilizzare per tutti i vini il tappo Diam.
Tutte le lavorazioni sono condotte manualmente (ricordo che la vendemmia a Chablis è in grandissima parte fatta con le macchine) e all’arrivo le uve sono sistemate sui nastri per la cernita. In cantina l’obiettivo è quello di preservare freschezza e mineralità, e di ricercare le sfumature di ciascuna vigna. Per fare questo non si usa legno nuovo, ma solo barriques con una età media di 6 anni. Per i premier cru si usa dal 30 al 50% di legno, per i grand cru il legno passa dal 50 al 70%.
Questa la degustazione condotta assieme a Didier Séguier.
Chablis Beauroy 1er Cru 2012 William Fèvre
Annata eccezionale ma di bassissima produzione, tanto che i vini non sono stati messi in vendita presso il negozio aziendale. La bocca rivela la sostanza di un grande millesimo. Eccellente lunghezza, acidità in evidenza, ha maggiore completezza rispetto al 2010, altra buona annata.  Ricco e concentrato, richiederà molta pazienza da chi avrà la fortuna di metterlo in cantina.
2 faccini e mezzo
Chablis Montmains 1er Cru 2011 William Fèvre
Una annata definita elegante, senza grandi materie e di facile accesso. Sarà meno longevo del 2010 o del 2012, ma regalerà sensazioni piacevoli. La riduzione è evidente e viene ricercata per raggiungere un buon invecchiamento.Note minerali e di anice. Piuttosto chiuso, passa un momento complicato. Lungo e sottile.
2 faccini
Chablis Vaulorent 1er Cru 2011 William Fèvre
La caratteristica di questo cru è che si tratta della continuazione della côte dei grand cru, con la quale condivide suolo e in parte clima. Sono molte le somiglianze con i vini più prestigiosi, a partire dal suolo di marne del kimmeridgien al 100%. Subito emergono note marine, di conchiglie e di fumé. Didier conferma che è una caratteristica del terreno. Bocca bellissima, vellutata e potente. Buona densità, chiusura austera e quasi imponente. Chiaramente è solo all’alba della carriera ma è già molto buono.
3 faccini
Chablis Vaudésir Grand Cru 2011 William Fèvre
Il Vaudésir è un anfiteatro che si snoda nel senso sud-nord, con un microclima che consente maturazioni anticipate. Le pendenze sono estreme, fino al 50% e praticamente non c’è terra, è tutta pietra. Si dipanano aromi di erbe secche, menta e agrumi, in un insieme piuttosto aperto. Clorofilla, poi un aspetto solare pur se in un contesto ancora austero per via della giovane età. Al palato è più caldo degli altri, con il tipico supporto acido della regione e tanta energia. Mineralità e tensione agrumata. Notevole.
3 faccini
Chablis Bougros Grand Cru 2011 “Côte Bouguerots” William Fèvre
La metà alta del vigneto posa su un suolo profondo e ricco, mentre la parte più bassa è esposta a pieno sud con pendenze che raggiungono il 52% su roccia viva. Interessante combinazione di suolo privo di terreno, molto minerale e al tempo stesso decisamente solare. Il colore è tra i più tenui. In realtà il vino è minerale e molto asciutto. Attraversa una fase difficile, dominato dalle note verdi di un corredo aromatico ancora totalmente da esprimere. Al palato si rivela col tempo, parte timido e si mette in moto con molta calma. Alle fine sembra uno dei più fini e lunghi, sembra mancar di materia ma è semplicemente elegante. Finisce su intriganti note di muschio, sottobosco e mare.
3+ faccini
Chablis Le Clos Grand Cru 2011 William Fèvre
L’azienda possiede ben 4 ettari di vecchie vigne in quello che è considerato il più prestigioso tra i cru. La parte alta è più nervosa per il suolo con meno argilla a causa dell’erosione. Le note più ricche e minerali arrivano dalle parcelle più in basso. L’insieme dovrebbe garantire una maggiore complessità per quello che è il vino più celebre di William Fèvre. Le rese sono veramente basse, intorno ai 40 ettolitri ad ettaro.  Il vino è austero e nobile, comunica da subito potenza e fa capire che comanda lui. Largo, ricco, generoso, quasi opulento. La finezza si ritrova al palato, marino, minerale, speziato e floreale. Per certi versi l’opposto del vino precedente. Finisce con le tipiche note di erbe verdi, frutta cruda e sale.
3+ faccini
Chablis Les Preuses Grand Cru 2009 William Fèvre
Millesimo particolare, che ha visto battere per quindici giorni consecutivi un vento del nord che ha concentrato le bacche permettendo poi di non dover fare alcuna cernita in vigna. Naso strano e lattico. Il vino ha bisogno di ossigeno per ritrovarsi nel bicchiere. Poi si apre un naso didattico: miele, pietra focaia, minerale da sasso bagnato, muschio, foglie bagnate. Un vino più potente che fine, meno brillante e luminoso degli altri grand cru. Salino il finale.
2 faccini e mezzo

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